Olfattometria dinamica: l’uso dei modelli di dispersione

odori

Che cosa si intende per olfattometria dinamica? Che tipologia di analisi olfattometriche sono previste all’interno di questo metodo di rilevamento?

Sempre più aziende, soprattutto produttrici di materiali o di composti che potrebbero rilasciare gas, fumo e odori non controllabili, hanno bisogno di tecniche e strumenti in grado di esaminare le “quantità” di concertazione odorigena che potrebbero risultare nocive per i dipendenti aziendali e per l’intero circondario locale. Per questo, vengono sviluppate costantemente delle tecnologie e degli olfattometri evoluti, pronti ad esaminare attentamente gli odori presenti nelle aree interessate.

Per un lavoro completo, preciso e riconosciuto, è consigliabile rivolgersi a società di consulenza ambientale in grado di offrire ai propri clienti servizi professionali e consulenti esperti del settore dell’olfattometria.

Cosa sono le analisi olfattometriche

Per analizzare casi di inquinamento olfattivo all’interno delle aziende e nell’atmosfera, occorre utilizzare metodi che impiegano approfondite analisi olfattometriche.

Un’analisi olfattometrica consiste in una tecnica di rilevamento dell’inquinamento olfattivo in una determinata area, seguendo degli standard specifici e servendosi di strumenti certificati. L’olfattometro, utilizzato durante l’esame olfattometrico, consente di disperdere dei campioni di gas nell’aria neutra (senza alcun odore), secondo procedure predefinite. L’analisi olfattometrica ha così l’obiettivo di individuare il limite di rilevazione olfattiva del campione, ossia quel valore di soluzione che consente ad almeno la metà dei partecipanti alla verifica, di identificare la diffusione di odori nelle aree circostanti. Infatti, è previsto un panel di rilievo composto da persone che danno il loro giudizio a seconda dell’odore percepito e, in tal caso, si parla di olfattometria dinamica.

In conclusione, dopo il test, il “quantitativo di odori” nell’aria è calcolato stabilendo il fattore di addensamento indispensabile per raggiungere il livello di percezione dei gas.

Inquinamento olfattivo: cosa sono i modelli di dispersione?

Esistono molteplici modelli di dispersione che è possibile prendere in considerazione durante un’analisi di olfattometria, ossia sistemi matematici in grado di riproporre le modalità in cui i gas e altre sostanze infestanti l’aria si dissolvono nell’ambiente, quantificando la concentrazione e la loro distribuzione nelle aree di lavoro, in preciso periodo di tempo. Grazie a questi sistemi, gli esperti potranno, in seguito, stabilire delle tecniche di progresso o salvaguardia di qualità nell’aria in un ambito aziendale, suggerendo, ove possibile, lo svolgimento di attività preventive.

Ci sono diversi motivi per cui i modelli di dispersione nelle analisi olfattometriche sono molto utili ed opportuni:

  • Esaminano il livello di adeguatezza delle esalazioni di gas o di odori e definiscono i parametri di influenza sull’ambiente.
  • Valutano l’impatto delle emissioni di un macchinario o di un impianto per rilasciare in seguito delle autorizzazioni sull’utilizzo aziendale (VIA, VAS, AIA eccetera).
  • Stimano l’effetto di azioni di mitigazione e limitazione delle perdite di gas che potrebbero nuocere alla salute dei dipendenti.
  • Consentono di individuare e analizzare contesti eventuali in cui ci sono delle fuoriuscite maggiori rispetto alla situazione abituale. Perciò, la valenza dell’utilizzo dei modelli di dispersione è centrale per valutare sia lo stato introduttivo di un progetto aziendale, sia le sue fasi intermedia, esecutiva e finale. Un esempio potrebbe essere un programma per limitare l’impatto ambientale all’interno di una azienda, magari con specifico riferimento ad alcuni macchinari, con l’obiettivo di ottenere permessi e approvazioni per il loro impiego.
  • Riportano dati specifici sul rapporto che unisce esalazioni, immissioni e peso relativo di ogni fonte.
  • Sono utili per misurare la qualità dell’aria consentendo anche valutazioni in merito alla concentrazione di agenti inquinanti.
  • Permettono la simulazione di eventuali scenari futuri possibili, sia su micro scala locale che su scala più ampia a livello territoriale.

Diversi professionisti di olfattometria utilizzano un modello di dispersione chiamato codice CALPUFF: esso usa le informazioni dei dati meteo elaborate da un preprocessore chiamato Calmet, svolgendo in seguito calcoli matematici della quantità di emissioni nocive nell’ambiente. Il codice si può definire un metodo valido, poiché è stato certificato dall’EPA.